Meglio due note col cuore che tante note suonate con tecnica?
Quante volte hai sentito questa frase?
Le mie orecchie l'hanno ascoltata così tante volte da diventare viola, e per un periodo ci ho quasi creduto.
Non che non sia d'accordo, a volte. Quando salgo in macchina e guido al tramonto sul lungomare, preferisco godermi un paio di bending di David Gilmour piuttosto che le scariche di note di qualche misterioso chitarrista svedese.
Ma questo motto è riduttivo, e ti sconsiglio di applicarlo in senso assoluto se vuoi diventare un chitarrista migliore!
Ovviamente, studiare anche la tecnica è fondamentale per arrivare a suonare qualcosa di decente (a meno che uno non sia stato baciato dal talento divino, vero Hendrix, Vai, Mancuso?).
Ma la vera domanda è un'altra: è possibile combinare tecnica e cuore per raggiungere la massima espressione musicale?
Tecnica: uno strumento per emozionare
La tecnica non è un fine, ma un mezzo.
Senza di essa, il chitarrista si limita; con essa, libera la sua creatività.
La questione è semplice:
un chitarrista tutto cuore ma senza tecnica potrà suonare soltanto un certo tipo di fraseggi;
un chitarrista con altrettanto cuore ma con una buona tecnica potrà suonare qualsiasi cosa desidera!
Certo, non c'è nulla di male nel rientrare nella prima categoria: con mezzi limitati ma tanta creatività e passione si può produrre musica eccezionale, ma spesso ci si deve limitare a generi o forme di espressione molto particolari.
Pensa a Kurt Cobain: un genio della musica, considerato tra le più importanti rockstar di sempre. Ma c'è un problema: non siamo più negli anni '90, e soprattutto noi non siamo Kurt Cobain!
Per questo, nella mia carriera ho sempre avuto un obiettivo: studiare e sviluppare la mia tecnica per essere libero di suonare qualsiasi cosa avessi in mente.
Andy Timmons, un perfetto esempio di abbinamento tra cuore, gusto e tecnica sopraffina. Guarda come "sente" questo bending!
Come usare la tecnica per emozionare
Pensa di dover improvvisare un assolo su una bellissima ballad rock.
Immagina di cominciare con poche e sofferte note.
Ma nelle poche note che suoni, ci metti tutto te stesso: le fai vibrare con passione.
Tiri quei bending come se fossero gli ultimi della tua vita.
Il pezzo inizia a crescere, e con una serie di legati cominci a spostarti su, lungo il manico.
Man mano che suoni note più acute, il pubblico comincia a sentir crescere le tensione.
Capisce che sta per succedere qualcosa...
Avverte dei brividi lungo la schiena. Improvvisamente, dai brevi fraseggi in legato passi a una scarica in pennata alternata sulla scala minore!
Cambiando tecnica ottieni delle note più aggressive, e gli spettatori rimangono sbalorditi!
Gli sembra di essere stati colpiti da una scarica di proiettili.
Poi, tramite uno slide, raggiungi la nota più alta possibile sulla chitarra!
Il pubblico si emoziona, il tuo assolo è esploso, l'emotività è alle stelle.
Decidi di tornare ai bending sofferti e alle note disperate, ma rimanendo nel range più alto dello strumento.
Ti stai godendo l'apice dell'assolo, avvertendo un sapore dolce nella bocca e dei brividi lungo tutta la spina dorsale.
Senti che il tempo a tua disposizione sta per finire, a allora decidi di stupire tutti con un lick in legato e slide sulle corde più alte.
Esegui una scarica di note discendenti. Sono dei fulmini e dei lampi, che rapidamente ti riportano sulle note più basse.
Avverti ancora l'eccitazione per tutte le emozioni che hai provato e fatto provare al pubblico, e allora concludi con dei rapidissimi trilli, chiudendo finalmente sulla tonica.
L'esempio di John Petrucci
Bello, vero? Non so se l'hai riconosciuto, ma ho descritto l'assolo di Another Day, ovvero l'assolo che più amo di John Petrucci.
In questo brano il chitarrista dei Dream Theater - spesso accusato di essere freddo e interessato solo alla tecnica - ci impartisce una grande lezione: la tecnica può essere al servizio dell'emozione.
D'altra parte, tutti i passaggi che abbiamo immaginato insieme, assaporandoli ed emozionandoci soltanto a leggerli, non sarebbero possibili senza padroneggiare la pennata alternata, il legato, gli slide, etc.
In poche parole, non sarebbe stato possibile comporre un assolo così emozionante senza una buona tecnica di base.
Non è una scelta tra “lento ma emozionante” e “veloce ma sterile”.
La chiave è padroneggiare la tecnica e usarla per raccontare storie, esattamente come ha fatto Petrucci.
In questo appuntamento con il mio blog ho cercato di darti la mia visione sul perché sia importante esercitarsi sullo strumento e curare il nostro miglioramento personale, ma non fermarti qui 👉
👉👉Per approfondire l'argomento, guarda il mio nuovo video in cui analizzo, nota dopo nota, proprio l'assolo di Another Day:👉👉
E' una lezione completa totalmente gratuita di oltre 25 minuti!
Nel link in descrizione al video trovi le TAB e la backing track dell'assolo, che ti regalo per cominciare a studiare l'assolo con me!
Grazie per avermi seguito e a presto!
Buona musica!