John Petrucci non sa emozionare?

John Petrucci: un chitarrista freddo?

Uno shredder senza anima per molti, e il chitarrista migliore di sempre per tanti altri.

Ma qual è la verità? Probabilmente, come al solito, sta nel mezzo.

Ma una cosa è innegabile: la sua influenza sulle generazioni successive di chitarristi. Da quando John Petrucci è arrivato sulle scene, ignorarlo è stato impossibile.

E, per quanto riguarda l’annosa questione “cuore vs tecnica”, che continua a far litigare i chitarristi di tutto il mondo su forum, gruppi facebook e social vari, ho qualcosa da dire.

La mia idea di fondo è molto semplice: Petrucci è un chitarrista sottovalutato, per quanto riguarda la sua capacità di comporre melodie e assoli dall’alto tasso espressivo.

Avevo intenzione di difendere la mia teoria tramite parole e ragionamenti, ma alla fine, come al solito, ho preferito far parlare la musica.

Per questo ho realizzato un’intera video lezione su uno dei suoi assoli più iconici: Another Day, tratto dall’album Images and Words (1992), che puoi vedere cliccando qui:

Un assolo breve ma intenso

Al contrario di tanti suoi assoli, questo è un solo breve, conciso, ma dal grandissimo impatto emotivo e dalla grandissima ricerca melodica.

Nella video lezione troverai un’analisi armonica del giro di accordi sottostante l’assolo, che presenta un'eccezione molto importante sull'accordo di La maggiore (un interscambio modale tratto dal modo misolidio). Poi andremo a vedere le frasi dell’assolo nota per nota, cercando di capire come interpretarle al meglio, per raggiungere l’impatto emotivo e il tocco di Petrucci, e soprattutto perché sono state scelte alcune note e non altre.

Perché è il mio assolo preferito di sempre?

Il mio legame con questo assolo potrebbe sembrare strano. Infatti è tratto dal primo album dei Dream Theater con la formazione classica, con James LaBrie alla voce, e da quel lontano 1992 Petrucci ha rilasciato un altro centinaio di brani e altrettanto assoli, compresi due bellissimi album solisti.

Per prima cosa, però, Images and Words è l’album più influente di sempre nella storia del Progressive Metal: praticamente ha inventato da solo il genere.

In secondo luogo, c'è un motivo personale: posso praticamente dire di aver cominciato a suonare la chitarra proprio grazie a questo album.

In particolar modo devo ringraziare un mio compagno di scuola delle medie che mi passò questo CD su una pennetta USB nel lontano 2005. Avevamo soltanto 12-13 anni, ma lui era già molto avanti con gli ascolti (oltre a girare con un vecchio chiodo anni ‘80 e degli stupendi capelli da metalhead). Ascoltava cose davvero interessanti, quindi progressive, metal, rock.

Fu quindi lui a passarmi l’album sottobanco, e quando tornai a casa e lo ascoltai rimasi veramente colpito: il giorno dopo la prima cosa che feci fu convincere mia madre a comprarmi una chitarra.

In poche parole questo album mi ha accompagnato per tutta la vita, e continuo ad ascoltarlo tutt’oggi, in quanto ci sta veramente tanto di nuovo da scoprire ad ogni ascolto.

Petrucci al suo meglio

Non dobbiamo dimenticare, poi, che in quest’epoca Petrucci era nel suo periodo migliore e più ispirato. Era ancora alla ricerca del suo stile definitivo, aveva un suono un pochino più vero, per dire così: suonava ancora con l’Ibanez, e non si era ancora fissato con il "Dream Theater sound", che caratterizza i lavori del gruppo da diversi anni.

Un pezzo unico

E questo pezzo in effetti è un po’ un unicum nella loro storia.

Sì, ci sono altre ballad paragonabili per lunghezza e intenzione (come per esempio Wither o The Answer Lies Within, tratta dall’album Octavarium) ma questo è probabilmente il pezzo più emozionante - forse perché è stato scritto proprio da John Petrucci in persona, dedicandolo al padre che era malato di cancro (come suggerisce il titolo del brano: Another Day – un altro giorno).

E Petrucci ha sfruttato tutte le poche battute che aveva a disposizione per comporre un assolo breve, conciso, ma dall’eccezionale carica emotiva.

Tecnica al servizio dell’emozione

La struttura del solo è abbastanza classica, in quanto i fraseggi cominciano nel range più basso della chitarra, per poi esplodere nella seconda parte sulle note più alte. E anche la frase più tecnica, quella sfuriata in pennata alternata che collega le due sezioni, ha comunque un senso di esistere puramente musicale: non serve a far vedere quanto era bravo Petrucci – per questo sono bastati tutti gli altri pezzi che compongono l’album – ma era stata inserita proprio per andare a creare quel crescendo emotivo che rende questo assolo indimenticabile.

Comincia a suonarlo!

Questo è il motivo per cui questo per me resterà sempre il migliore assolo dei Dream Theater. E questa è la ragione per cui oggi te lo propongo.

Prendi la tua chitarra e comincia a studiarlo, con la mia lezione gratuita qui sotto!

Indietro
Indietro

Meglio due note col cuore che tante note suonate con tecnica?

Avanti
Avanti

CRAZY TRAIN - L’assolo metal più importante di SEMPRE - LEZIONE COMPLETA