7 errori da evitare mentre studi la chitarra

Suoni la chitarra per passione, ma stai cercando di migliorare il tuo modo di suonare?
Fermati un attimo, perché potresti commettere alcuni errori che rallentano i tuoi progressi!

Scopri i 7 errori più comuni

In questo articolo scopriremo i 7 errori più gravi che molti chitarristi fanno mentre si esercitano, sprecando molto del tempo che dedicano allo studio o mantenendo abitudini errate che si potrebbero correggere con poco sforzo.

Infatti nessuno nasce imparato, e anche i chitarristi più talentuosi della storia hanno dovuto imparare a studiare per raggiungere risultati importanti nel minor tempo possibile.

Seguimi fino alla fine dell’articolo, perché il quinto errore di cui parlerò è così comune da rovinare gli assoli della maggior parte dei chitarristi. Ma con le giuste informazioni si può risolvere facilmente e in brevissimo tempo.

Chi sono

Io sono Davide Celletti, chitarrista e insegnante di chitarra. Da adolescente mi sono appassionato alla chitarra elettrica rock e metal, e questa passione mi ha portato a diplomarmi al conservatorio in chitarra elettrica, in musicologia e in composizione, fino a fare della musica il mio lavoro e la mia vita.

Ma il mio percorso non è stato lineare. Nel corso degli anni, ho dovuto imparare non solo come suonare la chitarra, ma anche come studiare la chitarra.

Anche se avevo deciso di fare della musica la mia occupazione principale, il tempo che potevo dedicare allo studio era comunque limitato. Durante gli anni del liceo, tra scuola e sport, riuscivo a esercitarmi soltanto 2-3 ore al giorno. Dopo il liceo, sono arrivato a studiare 6-7 ore al giorno. La sera ero sfinito, mi facevano male le mani e sentivo un leggerissimo mal di testa, ma mi sentivo comunque indietro rispetto ai miei idoli: chitarristi come Petrucci, Paul Gilbert, e Andy James.

Ho dovuto quindi imparare a ottimizzare il mio studio, per ottenere il massimo da ogni ora passata con lo strumento. E, oggi, posso trasmettere queste conoscenze ai miei studenti.

Ho allievi che possono studiare 1 o 2 ore al giorno, ma anche tanti chitarristi che lavorano e suonano per passione, con pochissimo tempo a disposizione. Probabilmente sei nella loro stessa situazione, e ho realizzato questo video proprio per te: per aiutarti a trarre il massimo dal tempo che dedichi allo studio.

Non importa quali siano i tuoi obiettivi o il tempo che puoi dedicare all'esercizio: che tu voglia diventare un chitarrista professionista o semplicemente divertirti, imparare a esercitarti bene è fondamentale per migliorare velocemente e con costanza.

Imparare a esercitarsi

Imparare a esercitarsi significa evitare quegli errori che potresti portarti dietro per anni, limitando i tuoi miglioramenti tecnici e musicali.

Per esempio, per anni ho cercato di migliorare la velocità della mia pennata alternata, ma mi sono accorto solo dopo che stavo muovendo l'avambraccio in maniera sbagliata. Ho sprecato centinaia di ore di esercizio, quando avrei dovuto semplicemente cambiare il movimento di base.

Un altro errore che ho commesso è stato esercitarmi senza registrarmi e riascoltarmi. Solo quando ho iniziato a farlo, mi sono reso conto di avere problemi di timing, suonando spesso in anticipo rispetto alla base.

Se sei interessato a questo argomento, scarica il mio e-book gratuito di 29 pagine su come esercitarsi sulla chitarra:

Ma basta con le chiacchiere! Cominciamo con i 7 errori da evitare mentre studi la chitarra.

Errore n. 1: Esercitarsi troppo velocemente o troppo lentamente

Per anni, il mio obiettivo era imparare a suonare più velocemente. Ovviamente la velocità non è tutto per un chitarrista, ci sono moltissimi elementi più importanti, come la scelta delle note e l'espressività. Ma all'epoca volevo imitare i chitarristi più tecnici.

Il mio idolo era sicuramente John Petrucci. Aveva appena pubblicato il suo primo album solista, e io mi ero innamorato del brano Glasgow Kiss, del suo riff e delle sezioni veloci in pennata alternata.

"Suspended Animation" (2005), primo album solista di Petrucci

Nonostante ore e ore di esercizio, non riuscivo a ottenere i risultati che volevo. E il problema non era che mi esercitavo male, ma che mi esercitavo sempre allo stesso modo.

Fin da piccolo, tutti gli insegnanti di musica mi dicevano la stessa cosa: “Se vuoi suonare velocemente, prima devi suonare bene lentamente.” Mi fidavo di questa regola, e la seguivo religiosamente.

Quindi, per cercare di diventare più veloce, prendevo un lick difficile, come il classico riff di Technical Difficulties di Paul Gilbert, e lo eseguivo lentamente, con il metronomo, cercando di aumentare la velocità passo dopo passo. Se per esempio mi veniva bene soltanto a 80 bpm, mi esercitavo aumentando il metronomo di 2-3 bpm, cercavo di suonarlo pulito a questa nuova velocità, e continuavo cosi, un bpm dopo l’altro, un giorno dopo l’altro.

Questo metodo è quello che gli insegnanti di tutto il mondo consigliano da sempre, e non sto dicendo che sia sbagliato, anzi. E’ sicuramente il metodo corretto per sviluppare l’indipendenza delle dita, la coordinazione delle mani e la tecnica di base, e io stesso lo a consiglio a tutti i miei allievi, soprattutto quelli che si trovano ad un livello base/intermedio.

Ma c’è un problema: se si vogliono raggiungere le velocità più elevate, questo metodo da solo non basta.

Il concetto è semplice: i movimenti richiesti per suonare velocemente sono diversi da quelli richiesti per suonare lentamente. E questo significa che, se vogliamo diventare veloci, dobbiamo esercitarci velocemente!

Questo concetto prende il nome di speed burst, ed è stato proposto negli ultimi da vari insegnanti internazionali come per esempio Trody Grady.

Ho dedicato un video a questo concetto, che puoi vedere cliccando qui:

Ma, per riassumere, l’idea è questa: preso uno lick che vogliamo suonare velocemente, impostiamo il metronomo a una velocità altissima, per ora irraggiungibile, e proviamo comunque a suonarlo così. Ci verrà sporco e impreciso, ma continuando a lavorare in questo modo, cercando di essere sempre più puliti, alleneremo le mani ad eseguire proprio il tipo di movimenti che servono per suonare a questa velocità.

Il primo errore che ti consiglio di evitare quindi è proprio questo: non esercitarti a suonare sempre velocemente, perché suonare lentamente è fondamentale per sviluppare la coordinazione delle mani e imparare i passaggi più difficili.

Ma, allo stesso tempo, non esercitarti sempre lentamente: altrimenti non arriverai mai a sviluppare la velocità necessaria per suonare gli assoli più tecnici, o comunque ci impiegherai molto più tempo.

Errore n. 2: Non rubare dagli altri chitarristi

Picasso diceva: "I bravi artisti copiano, i geni rubano.”

E chi siamo noi per contraddirlo? Quindi, sia che vogliamo diventare bravi chitarristi, sia che vogliamo diventare dei geni della chitarra, dobbiamo imitare gli altri chitarristi.

Non cadere nell’errore di chi dice: “copiare è sbagliato, io voglio soltanto essere me stesso…”

Certo, prima o poi smetteremo di imitare gli altri e potremo dare libero sfogo al nostro stile, ma quando studiamo copiare è il modo più rapido e sano per migliorare.

Pensa a un pittore del Rinascimento che voleva migliorare: si chiudeva nella sua bottega, e cominciava a copiare uno dopo l’altro i quadri di Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Tiziano… alla fine di questo studio, aveva imparato il chiaroscuro da un pittore, la prospettiva da un altro, l’anatomia da un altro ancora… ed era finalmente pronto per dipingere nel suo stile personale, che però si basava sulle scoperte e le conquiste dei più grandi pittori della storia.

Questo è quello che dobbiamo fare noi chitarristi. Quando studiamo l’assolo di un grande chitarrista, dobbiamo cercare di imitarlo fino a diventarne la copia: dovremo vibrare le note come lui e nei punti in cui le vibra lui, dovremo imitare il modo in cui pronuncia le note, i suoi bending, le sue pause

Pensa: eseguendo questo lavoro su decine di chitarristi e assoli diversi, alla fine darai vita al tuo stile personale e inconfondibile, che sarà un mix di tutto il materiale studiato.

Ma non avrai perso tempo a reinventare la ruota, perché avrai fatto tue le conquiste stilistiche dei chitarristi che hanno fatto la storia del nostro strumento.

Errore n. 3: Scoraggiarsi

Scoraggiarsi perché non si migliora quanto si vorrebbe è molto frequente, ma va assolutamente evitato. Infatti l’importante è continuare a studiare e divertirsi: i miglioramenti arriveranno sicuramente, col tempo.

E non te lo sto dicendo tanto per dire: che il miglioramento avvenga in maniera “non lineare” è stato studiato a livello scientifico.

Spesso facciamo l’errore di pensare al nostro progresso sulla chitarra, come una linea che sale costantemente, ma in realtà è più simile a una linea che sale, scende e si stabilizza. Guarda questo grafico:

La linea gialla rappresenta come ci aspettiamo che i miglioramenti avvengano: in maniera costante e lineare.

La linea blu rappresenta come i miglioramenti tendono ad avvenire nella realtà: con picchi improvvisi, preceduti da fasi più o meno lunghe in cui continuiamo ad esercitarci senza vedere risultati.

All'inizio, il progresso può essere rapido perché dobbiamo imparare le basi (i primi accordi, i primi riff…), ma una volta acquisite queste, l’apprendimento rallenta o si stabilizza per periodi più o meno lunghi, fino ad incontrare un nuovo “picco” che equivale a un miglioramento improvviso: più il nuovo obbiettivo da raggiungere sarà difficile (per esempio una nuova tecnica, un assolo particolarmente difficile…), più sarà lungo il periodo in cui si sembrerà di lavorare a vuoto.

Pensa a quei periodi in cui hai lavorato su un unico riff senza cavare mai un ragno dal buco, per poi svegliarti un giorno, quando ormai avevi perso le speranze, accorgendoti che improvvisamente avevi raggiunto l’obbiettivo.

E questo significa soltanto una cosa: non scoraggiarti, continua a suonare, e i risultati arriveranno!

Siamo pronti per cominciare con la seconda parte di questo articolo.

Prima però facciamo una piccola pausa, a me sta mancando il respiro e sono sicuro che anche tu stai avendo un calo di concentrazione.

Quindi stoppa il video, fatti un thé caldo, e dai un’occhiata al mio video corso, la Bibbia della Pentatonica, che trovo qui sotto. Bene, siamo pronti per andare a vedere l’errore n. 4!

Errore n. 4: Sentirsi inferiori agli altri

Parliamoci chiaro: un po’ di gelosia verso i chitarristi più bravi di noi è sana, se ci spinge a lavorare di più per migliorare.

ll problema, però, è che noi artisti siamo fin troppo competitivi, e il rischio è di metterci a paragone con qualsiasi chitarrista ci si pari davanti.

Ho visto molti miei studenti scoraggiarsi perché, mentre loro combattevano con un assolo di Slash, vedevano qualche bambino asiatico di 8 anni che già suonava come Malmsteen, o si imbattevano in qualche nuovo mostro di talento appena arrivato sulla scena.

E io stesso, per anni, mi sono sentito triste, perché nonostante il duro lavoro non riuscivo a suonare come i miei idoli.

Quando questa gelosia è eccessiva diventa dannosa.

Non dimenticare mai che il chitarrista è un’artista, e l’arte non è una gara. E’ sicuramente tecnica, teoria e preparazione, ma anche creatività ed espressione.

Piuttosto, prendiamo i nostri limiti come occasioni per sviluppare la creatività. Quando mi sono accorto che non sarei mai arrivato a suonare in pennata alternata come Petrucci, ho deciso di sviluppare una mia tecnica più personale e adatta alle mie mani. Ho scelto il tapping e l’ho portato al massimo livello, sviluppando la mia personale versione del tapping a 8 dita su cui ho basato le composizioni presenti nel mio EP, il mio primo videocorso e le mie prime masterclass.

Errore n. 5: Non curare il vibrato

Eccoci a quell’errore che vedo fare a tantissimi chitarristi, e che rischia di rovinare gli assoli che hai impiegato mesi ad imparare, lavorando duramente.

Sto parlando del vibrato: quell’elemento che, in un instante, distingue i professionisti dagli amatori. Prendiamo due chitarristi che eseguono lo stesso assolo alla perfezione, senza sbagliare una nota.

  • Il primo chitarrista però non cura il vibrato: non lo esegue a tempo sulle note lunghe, vibra tutte le note corte allo stesso modo, comincia a vibrare all’inizio delle note o in punti casuali… pur eseguendo il suo assolo alla perfezione, questo chitarrista suonerà comunque come un principiante.

  • Il secondo chitarrista, invece, ha trattato la tecnica del vibrato con il massimo rispetto, e vi dedica un’attenzione assoluta mentre sta suonando. Per esempio, è ben attento a vibrare le note lunghe a tempo, seguendo le suddivisioni del tempo, che significa vibrare a quarti, a ottavi o a sedicesimi, a seconda della velocità della base. Poi differenzia il tipo di vibrato a seconda del passaggio che sta eseguendo: in alcuni punti effettua un vibrato verticale e deciso, per dare alle note un sapore più aggressivo, in altri punti effettua un vibrato circolare alla Steve Vai, per ottenere un suono più liquidi ed espressivo, ecc. Inoltre, per esempio, se deve eseguire una nota lunga la suona, e comincia a vibrarla solo dopo alcuni istanti, iniziando con un vibrato regolare per poi finire con un vibrato più aggressivo e selvaggio. Infatti questo chitarrista è un professionista, e ha un controllo assoluto delle sue note e del suo vibrato.

Quindi, quando suoni, non commettere l’errore di sottovalutare l’importanza del vibrato: è fondamentale per ottenere esecuzioni di qualità!

Errore n. 6: Non riascoltarti

Come possiamo migliorare sulla chitarra se non ci riascoltiamo?

Sarebbe come dire che un pittore può migliorare a dipingere, senza mai riguardare i suoi quadri dopo averli realizzati. Impossibile.

Infatti mentre stiamo suonando la nostra mente è presa da milioni di pensieri: è concentrata sul ricordarsi le note, sul coordinare le mani, sull’ascoltare la base… rendersi effettivamente conto di come stiamo suonando è impossibile.

Ho commesso questo errore in prima persona: ho passato parecchio tempo a studiare senza registrarmi, e soltanto dopo anni, quando l’ho fatto, mi sono reso conto che (per esempio) avevo la tendenza a suonare tutte le note leggermente in anticipo. Ciò era dato dall’ansia di sbagliare, e ci è voluto pochissimo per correggermi. Ma se non mi fosso registrato per riascoltarmi avrei continuato a commettere questo errore per sempre.

Quindi prendi l’abitudine di registrare le tue sessioni di studio (va bene anche il telefono), e di riascoltarle il giorno dopo: ti accorgerai delle tue imprecisioni e migliorerai molto, molto più rapidamente.

Errore n. 7: Non pianificare lo studio

L'ultimo errore di cui ti voglio parlare è anch'esso davvero frequente: affrontare lo studio senza una pianificazione chiara.

La mancanza di una strategia precisa può portare a ore spese a suonare casualmente, senza progressi reali. È essenziale stabilire obiettivi a breve e lungo termine: quali tecniche vuoi migliorare? Quali scale e arpeggi devi padroneggiare?

Un buon piano di studio ti permette di concentrarti su ciò che è più importante per la tua crescita musicale, assicurandoti che il tempo dedicato alla chitarra sia produttivo.

Ma come farlo? Te lo spiego in maniera approfondita nella mia guida gratuita, che puoi scaricare qui dal pulsante qui sotto:

Ma il ragionamento di base è il seguente, e può essere diviso in tre punti:

  1. valute le tue competenze attuali e individua delle aree in cui vuoi migliorare (per esempio una tecnica in particolare, i box di una determinata scala, come improvvisare sui cambi di accordo, ecc.);

  2. definisci i tuoi obiettivi a breve termine, che potrai raggiungere in poco tempo e che ti daranno la soddisfazione per continuare a studiare con piacere;

  3. organizza il tempo che dedichi allo studio in sessioni ben pianificate, come quella in questo esempio:

Ho preso come modello una sessione di studi di 1h di un chitarrista a livello base intermedio, e l'ho divisa nel seguente modo:

  1. 10 minuti di riscaldamento con esercizi cromatici;

  2. 10 minuti di esercizi sulla pennata alternata;

  3. 10 minuti di esercizi su legato;

  4. 15 minuti per studiare il collegamento tra i diversi box di una scala;

  5. 15 minuti per lavorare sugli arpeggi e l’improvvisazione.

Pianificando sessioni precise come questa e organizzando il materiale da apprendere, sarai in grado di monitorare i progressi e affrontare le difficoltà con metodo.

Su questo esempio, puoi realizzare i tuoi piani di studio personali basati sul tuo livello e sul tempo che hai a disposizione. Ne trovi diversi già pronto nel mio ebook gratuito.

Riassunto finale

Nello studio della chitarra, spesso si commettono errori che rallentano i progressi, indipendentemente dall'esperienza. In questo articolo.

I 7 errori più comuni che i chitarristi fanno mentre si esercitano.

  1. Esercitarsi troppo velocemente o troppo lentamente: È importante alternare lo studio a velocità ridotte per sviluppare coordinazione, ma anche sfidarsi con sessioni veloci per allenare i movimenti necessari a suonare rapidamente.

  2. Non copiare dagli altri chitarristi: Studiare imitandoli ti permetterà di assimilare tecniche e stili, che potrai poi personalizzare e adattare alla tua musica.

  3. Scoraggiarsi: I miglioramenti non sono sempre costanti, ma avvengono a picchi. È fondamentale mantenere costanza e pazienza, perché i risultati arriveranno.

  4. Sentirsi inferiori agli altri: La competizione con altri chitarristi può essere demotivante. Accetta i tuoi limiti e concentrati sullo sviluppo della tua tecnica e creatività.

  5. Non curare il vibrato: Una delle tecniche che distingue un chitarrista esperto da un principiante. È cruciale vibrare le note con precisione per eseguire assoli di qualità.

  6. Non riascoltarsi: Registrarsi e riascoltarsi è essenziale per individuare errori e migliorare l'esecuzione.

  7. Non pianificare lo studio: Avere una strategia chiara, con obiettivi a breve e lungo termine, aiuta a rendere il tempo dedicato alla chitarra più produttivo.

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La pentatonica SEGRETA di Paul Gilbert